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I santini

Quando un ragazzino cresce in una famiglia di stampo cattolico, impara da subito che il cielo è il luogo di residenza di dio, Gesù, Giuseppe, Maria e di tutti i santi. Quasi contemporaneamente, però, se si mette a osservare all’insù, quello che trova in cielo è diverso da quello che gli viene raccontato e che con il tempo imparerà a chiamare Sole, nuvole, Luna, stelle.

Nella testa del ragazzino questi due eventi non si sovrappongono, ma restano sempre separati, come se fossero storie diverse racchiuse in compartimenti stagni: lo studio scientifico o il tempo passato a osservare aprono la scatola degli oggetti celesti, il catechismo e la messa quella delle entità che ascendono e discendono: santi, angeli, spiriti vari. Difficilmente qualcuno immagina dio e Gesù a cavallo di una stella o abitanti di qualche pianeta tipo alieni. Come mai? L’unico episodio crossover che viene presentato è l’Epifania, quando una stella cometa guida i Magi, ma probabilmente la sbornia natalizia mette in secondo piano l’importanza del momento.

Questa situazione, potenzialmente, resta invariata per tutto l’arco della vita, magari per alcuni, in determinate situazioni, una narrazione si addice di più dell’altra e le due non si incontrano o scontrano mai. Per altre persone, invece, può succedere che il filone religioso prenda il sopravvento e che, quindi, quello scientifico soccomba diventando strumentale a un disegno divino più ampio; al contrario, il discorso religioso può diventare a sua volta una sorta di barzelletta se la scienza diventa predominante. Come detto, difficilmente qualcuno mischia.

Se qualcuno si azzardasse, potrebbe considerare i santi, veri terresti che ascendono al cielo, degli astronauti e allora chi si è occupato sempre di cause perse o ha guarito moribondi potrebbe addirittura vedersi assegnato un pianeta, una stella, un’asteroide o un buco nero. O, al contrario, qualche persona potrebbe affidarsi agli astronauti per avere una grazia.

L’importante, a ben vedere, è mantenere nel proprio immaginario un dialogo tra questi scomparti, sapendo che la scienza ha l’obiettivo di scoprire come funziona l’universo e la religione cattolica ha la pretesa di sapere più o meno già tutto. È un dialogo tra infinitezza e finitezza.

Tuttavia, se usiamo una chiave moltiplicatrice, allora, possono crearsi delle combinazioni di senso interessanti: possiamo affidarci ai santi perché possono permettersi di intercedere con le forze presenti in un iper-universo dove gravità e bontà d’animo sono messe a sistema e la pietà è una variabile necessaria per calcolare l’energia atomica.

Così, con tale premessa, nascono i santini, i primi due dedicati a San Giuda l’Altro, gli altri vedremo. Di Giuda, l’apostolo cugino di Gesù detto Taddeo per distinguerlo dal traditore, in pochi si ricordano, probabilmente per questa ragione è stato eletto a patrono delle cause perse, quelle che nessuno vuole nemmeno ricordare.


Le grafiche del santino sono a cura di Demaghiotecnica.